Le avanguardie artistiche “storiche” sono quelle a cavallo delle due guerre mondiali: movimenti artistici tumultuosi che hanno sconvolto e rimesso tutto in discussione. E cosa c’entrano col sesso?
Disclaimer informativo: ho selezionato solo alcune tra le più celebri avanguardie artistiche di quel periodo. Tutto il Novecento, in ogni parte dell’Europa ha risposto a quella crisi dell’arte figurativa che iniziò con l’Impressionismo. È stato difficile scegliere, ma se vorrete ne faremo altri, di articoli così.
Disclaimer 2: questa non è una lezione d’arte. Questa è La Camera Di Valentina, si uniscono cose per scoprirne altre. Enjoy.
Cubismo: decostruire è (ri)scoprire
I cubisti ci suggeriscono che non tutto ciò che è scritto nei manuali vale la pena di essere seguito, ché le regole esistono anche per essere infrante.
Così, quando e se vi capitasse di incappare in uno di quegli articoli del tipo “sesso perfetto: ecco come farlo”, dove impastano un’unica visione “giusta”, “cool”, “vincente”, insomma una sola prospettiva, fate come i cubisti: entrate nel vivo delle cose, scomponetele, decostruitele, sovvertitene i piani, come fecero loro quando ruppero il confine tra sfondo e figura. I cubisti attuarono queste “deformazioni” dei corpi e degli spazi perché solo così era possibile cogliere le visioni differenti di una stessa cosa.
Non esiste un unico modo di essere e apparire, il sesso vive di più prospettive, perché è nella natura stessa della sessualità muoversi e cambiare.

Dadaismo: ogni cosa è sconvolgente, ogni cosa è da sconvolgere
Oui = Non. Sì significa no, no significa sì. Tutto il contrario di tutto. Ma perché, per capriccio, per confondere? No. I dadaisti seppero che ogni cosa conosciuta e imparata fino a quel momento andava stravolta e messa in discussione; solo distruggendo sarebbe stato possibile ricostruire. Stereotipi, congetture, luoghi comuni, falsi miti: loro ci suggeriscono che dobbiamo svestirci di tutto ciò per imparare qualcosa che sia davvero a misura di noi. Tutto ciò che diamo per scontato, anche nel sesso, risulta sconvolgente se spostato dalla sua casellina. Ma la sessualità non ha caselle, anche se è rassicurante crederlo.
I “ready made” di Duchamp, oggetti del quotidiano posti, senza alcuna modifica, come opere, prendono in giro il sistema dell’arte ponendolo in crisi: se un orinatoio può diventare arte, che cos’è l’arte? Chi decide?
Mettere in dubbio un’autorità (che sia un’istituzione o un tuo Diktat interiore) è importante perché se questa decide per te della tua felicità e soddisfazione sessuale, allora forse è il caso di spodestarla.
E chissà che non basti avere fantasia, per esempio, nell’utilizzare oggetti comuni come giochi piccanti… (con le dovute precauzioni!)

Suprematismo: il fine è il piacere
Secondo Malevič, l’arte doveva liberarsi dai fini pratici perché, solo una volta libera, potrà risplendere in tutta la sua sensibilità suprema, l’energia pura in se stessa (ecco il motivo di quadri con campiture di colore e basta). Dai suprematisti possiamo, quindi, traslare un approccio molto sex positive: basta fronzoli, preoccupazioni performative; il sesso “perché si fa” è limitante, se non addirittura dannoso, per la propria effettiva soddisfazione sessuale.
Qualunque sia il tuo modo di provare piacere, mettilo sempre al centro. Rendilo supremo.

Surrealismo: tutte le cose non dette, ma
I surrealisti hanno ben chiara l’importanza dell’inconscio nella vita. I sogni rivelano cose inespresse e conviene sempre tenerne conto. Ecco cosa possono dirci: il desiderio sessuale è capace di fare radici e annidarsi nei luoghi più impensati, oscuri e remoti del tuo essere. È perfettamente normale averne paura, ma non ignorarlo. Potresti trovare allucinazioni paranoiche come in Dalì, o mondi possibili come in Magritte, oppure ancora giustapposizioni oniriche e inaspettate come in Ernst, ma se è lì che albergano i tuoi desideri, accoglili.
Per quanto bizzarri ti possano sembrare, sono validi. L’atipicità è parte dello spettro. La normalità non esiste, il tuo inconscio lo sa già.

Ho scritto anche riguardo i ragazzacci e le ragazzacce del Futurismo
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