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È stato un anno duro, stare a letto è diventato insopportabile. Ma non in questo letto, qui ci si diverte sempre. Oggi siamo in buona compagnia con Sue Polschikova e le sue foto concettuali, scattate durante la quarantena.
Da quanto scatti?
Ho scattato questa serie di autoritratti durante il lockdown dell’estate 2020. In moltu hanno richiamato a sé questi momenti, davvero molto bui. Il tempo non è tra i concetti più semplici, però elaborarlo permette all’artista di concentrarsi ed essere davvero se stessu, come se tutte le sue tentazioni volassero via. In più, il lockdown ci ha permesso di ripensare a molte cose e di dare uno sguardo molto profondo dentro noi stessu, imparando e attivandoci.
Il tuo lavoro mi ha incantata per la sua “naturalezza” (intesa sia come semplicità, sia come contatto naturale) delle geometrie. Cosa ti ha portata a concepire queste composizioni?
Ho cercato di ricreare una nuova “maschera corporea”, connettendo il corpo umano con gli oggetti che circondano animali e vegetali. Volevo esplorare, attraverso questa connessione, la loro influenza complementare e reciproca. Mi sono chiesta “qual è il confine tra l’armonia delle interazioni e l’influenza patologica tra un mondo e un altro? Cosa cresce tra queste? Chi determina cosa?”. Nelle foto, la combinazione tra il fisico e il naturale crea una sorta di terza dimensione – qualcosa di completamente nuovo, come se apparisse “l’Altro” , e guardandolo, possiamo trovare le risposte.
La luce e i colori hanno un significato?
No, è la luce naturale, ho scattato in balcone.
C’è un significato tra il corpo e la natura?
Nella storia della cultura europea ci sono due punti di vista filosofici, sul corpo umano: “Soma” – il corpo senza limiti chiari tra esterno ed esterno – e “Corpus” – il corpo con i riconoscimenti sociali e culturali, propriamente limitato al concetto di corpo come lo intendiamo. Una persona della contemporaneità può andare oltre i limiti del corpo biologico, creando la propria “maschera corporea” (il trucco, i tatuaggi, i vestiti, la chirurgia, etc). Dunque se noi cambiamo la nostra conformazione “naturale”, perdiamo il contatto con la Natura? Non lo so.
La nudità è un modo per cancellare il confine tra corpo ed elementi naturali?
Sì, è un modo per scoprire quale connessione ci sia tra le due cose.
Ci sono elementi ricorrenti, come i funghi o i tuberi. Hanno un significato particolare?
No, ho fatto molti scatti, ma non tutti saranno nella pubblicazione finale. Ho fatto delle prove, cercavo lo scatto più giusto.
Perché hai scelto di fotografare dettagli del corpo, e non intero?
Perché in questi scatti il corpo non è inteso come ciò che concepiamo ogni giorno. In questa serie è solo una parte di qualcosa più grande; è solo uno degli elementi.
Le pose sono raccolte come alcuni tra gli elementi naturali: a volte sembrano maturare insieme, altre si respingono, ma il risultato è sempre una foto ricca di movimento. Cos’è che preferisci: il corpo che segue il tubero sottoterra o la radice che emerge fino alla pelle?
Preferisco entrambe le cose ugualmente, e anche di più. Come detto prima, voglio scoprire il confine con l’armonia delle interazioni.
Qual è stata la composizione più strana che hai elaborato?
Più strana nessuna, ma la cosa più difficile è stata non farmi beccare dai vicini, nuda in balcone.
Che ci dici del futuro di queste fotografie?
Questo progetto è stato pubblicato in alcune riviste e ha vinto diversi concorsi. Ora voglio continuare a scattare, completare la serie e pubblicarne un libro.
Sue Polschikova ig: @colina_doc Sue Polschikova ig: @colina_doc Sue Polschikova ig: @colina_doc Sue Polschikova ig: @colina_doc Sue Polschikova ig: @colina_doc Sue Polschikova ig: @colina_doc