In Bed With Valentina n°17: BunnyRaunch

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Sono elettrizzata dall’ospite nel letto oggi, perché amo tantissimo i suoi lavori: signore, signor* e signori: BunnyRaunch.

Chi – e perché – è “BunnyRaunch”?

Ciao! Io sono Bunny, il coniglio [“Bunny”, in inglese, n.d.t] sono io, metaforicamente parlando. Agli essere umani, preferisco disegnare animali, demoni e altre creature fantastiche. Gli umani sono già più che rappresentati nell’arte; io li disegno per fare pratica con l’anatomia. E dato ho sempre desiderato di strisciare fuori dalla mia pelle umana, questa rappresentazione mi si confà.

I conigli son divertenti da rappresentare. Sono morbidi e adorabili. Le loro orecchie sono espressive, sono vulnerabili e relativamente arrendevoli. Posso trasmettere le emozioni che voglio perfettamente, tramite i conigli.

“BunnyRaunch” è un nome saltato fuori da un gioco di parole: c’è un bordello famigerato e legale nel Nevada che si chiama “Bunny Ranch” [e “raunch” in inglese significa “indecente”, n.d.t] e siccome amo i giochi di parole, è venuto da sé.

Quante tecniche esplori con i tuoi lavori?

La maggioranza del mio lavoro è fatto con una consueta matita e un po’ di matita rosa, ma ho usato anche il carboncino, colori a olio, acquerelli e foglia d’oro. Per ora sto facendo delle sculture con il feltro, cosicché Bunny venga fuori in 3D! Le ho anche fatto degli accessori: una collana decorata, un collare e un guinzaglio, delle manette di pelle, i nipple ring [accessori decorativi per i capezzoli, n.d.t] e una piccola benda, pure. Comunque, principalmente è matita, solo matita.

Mi piace lavorare con una varietà di tipologie di carta: da quella più economica, per bambini, a quei fogli lussuosi che ti ritrovi dai set di disegno intimidatori dei negozi di belle arti. La carta velina è tra le mie preferite ma è complicata da usare: non sono ammessi errori, con quella!

Da quanto disegni?

Da quando so tenere in mano un colore! Ma ho iniziato con BunnyRaunch nei primi del 2018. Prima di allora, mi sono impegnata tantissimo per imparare a disegnare realisticamente, frequentando dei workshop con i miei artisti contemporanei preferiti e andando alle sessioni di disegno. Precedentemente, disegnavo in stile cartoon il 90% del tempo.

Ci sono artist* che ti ispirano?

Ma certo! Tra quelli del passato: Hieronymus Bosch, Alphonse Mucha, Frida Kahlo, Francis Bacon e Rembrandt. Tra quelli di ora: James Jean, Kevin Llewellyn, Che Smith, Ozabu, Chris Berens and Soeymilk. Sono anche una grande fan dei cartoni animati: Looney Tunes, Disney, Bill Watterson, Berkely Breathed. Io amo instagram che mi fa scoprire l’arte e l* artist* in giro.

Tu porti la definizione di “Bunny” nel BDSM a un altro livello con le tue illustrazioni, fatte così bene e intense. Com’è cominciato il tutto?

Ma grazie! Beh lasciamo dire anzitutto che i miei genitori sono meravigliosi e supportivi al massimo per il mio lavoro, adesso. Ma cazzo, quando avevo 11 o 12 anni ho assistito a una reazione da spaccacuore da parte di mia madre, riguardo un mio disegno, fatto mentre eravamo in vacanza, con la famiglia. Non sapevo cosa stessi disegnando, solo che mi piaceva, era un disegno frutto dei primi ormoni che iniziavano a ribollire. Il disegno offensivo consisteva in questo: un coniglio maschio dall’aria un po’ stupida, con i denti sporgenti e una piccola erezione e un coniglio femmina alta, voluttuosa, con gli occhi sexy e grosse tette.

Era sospesa dalle caviglie e dai polsi, con le gambe divaricate, e uno sguardo scioccato in volto. Il coniglio ragazzo era sotto di lei, intento a leccargli la fica, con uno sguardo malizioso, quasi cattivo. Ripensandoci, capisco benissimo perché mia madre fosse tanto scioccata, considerando quanto fossi “una così brava bambina”. Però, purtroppo, la sua reazione fu una totale chiusura per me. Non mi ha parlato più. Avevamo un rapporto parecchio bello ed è stato come se l’avessi tradita a un livello profondissimo, come se avessi fatto qualcosa di avverso, sporco e disgustoso, e che avessi rovinato questo amore e lei non potesse più fidarsi di me.

Non ha mai capito quanto questa cosa mi avesse afflitto, perché mi sono chiusa anche io. Per anni e anni ho bloccato sul nascere il mio sviluppo sessuale e la mia curiosità. Ogni volta che sentivo pulsioni sessuali le nascondevo. Il sesso era una cosa ok praticamente per tutti, tranne che per me. Non ho fatto sesso fino ai 22 anni. Ho avuto relazioni tossiche, non avevo limiti per me, era la più patetica tra le accondiscendenti… è stato orribile. Dopo una relazione particolarmente abusante e pericolosa, mi sono forzata di non avere né attrazioni né impulsi sessuali, per 12 anni.

Alla fine, parlando con un amico sex worker, per qualche strano motivo, mi sono confidata con lui riguardo questa parte della mia vita eternamente dannata e imbarazzante. E lui cosa mi dice? “Béh, dovresti disegnarlo di nuovo! Scommetto che con le tue conoscenze e capacità artistiche di ora, sarà una bomba!”. Ho riso amaramente quando mi ha detto così. Cioè: io ti confido uno dei segreti che mi ha rovinato la vita e tu mi suggerisci di farlo DI NUOVO?! Ma manco col cazzo.

Però… aveva ragione. Di certo verrà meglio…! E magari ho bisogno di chiudere la faccenda. Così: mi sono fatta una canna, e ho deciso di disegnare un altro coniglio sconcio. Uno solo. E poi l’avrei bruciato, sì, come avrei dovuto con il primo. Ho fatto un piccolo acquerello. Quando l’ho finito, non lo volevo bruciare: volevo incorniciarlo. L’ho visto con gli occhi di una me più grande ed era bellissimo e perfettamente valido… così com’è sempre stato. Come mi piacerebbe avere ancora quello originale! All’improvviso ho pensato “Oh dio, questo è l’inizio di qualcosa!”

I tuoi conigli sono così profondamente kinky che viene fuori un’arte erotica assolutamente onesta, senza i filtri eteronormativi alla “playboy”. Scegliere questa narrazione è stata un caso durante il tuo lavoro o avevi proprio il bisogno di rappresentazioni differenti?

Sì è stata una scelta assolutamente intenzionale quella di fare le cose diversamente. Io amo disegnare la carne schizzare fuori, agguantata dalla stretta delle dita, le curve di tette pesanti, delle pance e dei culi; mi piace anche disegnare parti del corpo come aliene, tentacoli e demoni, perché non c’è poi granché di veramente strano, e amo rappresentarla [BunnyRaunch] dolce e morbida mentre intenta in pratiche davvero perverse.

Adoro il “Oh, cielo!/che schifo!” paradosso. Qualcuno una volta ha fatto un commento, in una esposizione d’arte in cui partecipavo anche io: “come può una cosa essere tanto bella quanto disgustosa?”. Erano evidentemente a disagio con quello che vedevano, e io amo questo disagio: ti senti stran* per quello che stai provando… è così che mi sento anche io, la maggior parte del tempo. Questo tipo di arte è così d’impatto, per me. Penso che spesso dall’arte ci si aspetti che sia bella o brutta, ma a me piace trovare un equilibrio tra le due cose. Mi piace essere sfidata.

Nel tuo account instagram combini sempre i tuoi pensieri con le tue illustrazioni, postando contenuti che diventano intimi e cristallini. Questo ti avvicina al pubblico e crea una sorta di safe place “terapeutico”?

Decisamente. Ho aperto instagram quando ho ricominciato a disegnare, era in anonimo e distaccato dal resto della mia vita. Doveva esserlo: lavoravo con i bambini e anche come massaggiatrice: tutte e due imprese senza connessioni col sessuale. Per un po’ non l’ho neanche detto ai miei amici. Era solo un modo per gridare nel vuoto, tra l’altro pensavo che l’account sarebbe stato disabilitato immediatamente, quindi non c’ero neanche affezionata. Quello era il periodo nel quale non riuscivo a dire “la mia fica” senza rabbrividire con vergogna. Doveva essere anonimo così da poter essere onesta con me stessa senza impressionarmi.

Per un bel po’ non volevo neanche dire il mio genere. Tanta gente supponeva fossi un artista maschio per via dei miei soggetti. Un po’ mi infastidiva come cosa, un po’ mi piaceva: il mondo dell’arte è ancora un “club per ragazzi” quindi mi faceva star bene sapere di aver rimosso un ostacolo, lasciandogli credere che lo fossi.

Adesso, questo segreto piccolo e sporco che mi ha causato tanta vergogna e pena è un segreto piccolo e sporco che ho amato tantissimo.

Se hai qualcosa che senti il bisogno di esplorare ma ti mette a disagio, io consiglio fortemente di fare un account anonimo sui social per iniziare a farlo. È stato sconvolgente vedere questi commenti meravigliosi e supportivi, da così tante persone, mentre io condividevo roba che pensavo sarebbe stata ostracizzata… c’è un’intera community di persone accoglienti ed entusiaste di vedere cose che potevano sentire proprie in maniera del tutto unica.

Il BDSM è centrale nel tuo lavoro. Questo non ti rende solo artista, ma anche una demolitrice di tabù.

Parlando in generale, è perché io odio tutto ciò che è “normale”. Mi fa ribollire il sangue quando qualcun* giudica qualcosa come “non normale”.

Ho iniziato a disegnare a tema BDSM giusto poco prima di iniziare BunnyRaunch. Mi piaceva in maniera terapeutica. Ho pensato che se mi fossi sforzata di confrontare la mia sessualità avrei potuto ri-inquadrarla e magari goderne. A questo scopo, ho richiesto i servizi di un vero dominatore, e parlando di distruggere i tabù: è cosa poco sentita di una donna che richiede servizi di sex work (almeno qui, negli Stati Uniti). La mia esperienza è stata assolutamente incredibile, cazzo! E invece di essere stato un ultimo, disperato tentativo come pensavo, si è rivelato una porta verso un mondo nuovo pieno di persone fenomenali. Il lavoro sessuale tra adulti consenzienti dovrebbe essere totalmente decriminalizzato.

Ho capito che non è un’esperienza che può sostituire la terapia, ma io ho tratto più benefici dalla prima sessione di BDSM che dai tentativi di psicoterapia. Il BDSM è anche un’ottima analogia visiva delle emozioni: essere immobilizzata fisicamente mi ha costretto a non esserlo più emotivamente; essere sculacciata o frustata, mi ha dato modo di non accettare più gli abusi reali. E anche se può sembrare pura fantasia, mi ha dato le basi per delle relazioni umane tra le più reali e senza filtri che abbia mai avuto. Recitando e giocando, posso essere completamente e decisamente onesta con la parte più profonda di me. Ovviamente è anche molto eccitante e divertente con la persona (o le persone) giusta. La pandemia mi ha costretta a fermarmi giusto quando stavo iniziando a divertirmi, incontrando nuove persone, ma guardo avanti, in attesa di poter incontrare una nuova comunità erotica e permettermi di godermela per com’è.

Hai detto che la gente è sempre stata supportiva, ma ha reagito sempre bene con questa tematica?

Sono stata spiazzata dalle reazioni: le persone amano i miei lavori! Mi sono capitati solo sporadici commenti negativi, ma in generale la reazione è sempre stata totalmente positiva, in maniera commovente. Ho esposto e venduto i miei lavori in una galleria di Los Angeles e altre città importanti; ho venduto anche al Dirty Sold di Detroit, uno spazio espositivo di arte erotica di fama internazionale. La cosa interessante è che sono proprio i pezzi più depravati a vendere meglio. Penso sempre “dove appenderai questo disegno di un mostro con un grosso cazzo strano intento a leccare una coniglia con le mestruazioni, appesa a testa in giù? (in cucina spero!)”. Non sono le conigliette di playboy a vendere. Le persone che amano le cose “strane” preferiscono superare i limiti. Siano lodate!

La pandemia sembra stare decrescendo, quali sono i progetti futuri di BunnyRaunch?

La mia arte ha sofferto tantissimo durante la pandemia. Ho esaurito ispirazione e motivazione interpersonale. Mi sono sentita come inopportuna, frivola e irresponsabile nel proseguire questo viaggio sessuale mentre intorno c’era tanta sofferenza: non solo per la pandemia, ma anche tutte le ingiustizie razziste, sessiste, ecc. All’improvviso ritrarmi in vesti bondage, in lacrime mi sembrava una giustapposizione del cazzo sul focus sociale. Non sembrava più un gioco, non era catartico e mi sembrava anzi parte del problema (non lo è, lo so, ma in un certo senso ho sentito così). Sto ancora combattendo con queste cose, sto ancora valutando se tornerò a scopare con qualcuno di nuovo. Sono arrabbiata e non mi piace fare arte che sia solo pura emozione.

Rabbia E speranza; tristezza E amore; paura E ammirazione. Mi manca la parte positiva, in questo momento. Tra l’altro mi sono trasferita: da San Diego, alla mia città natale, in Portland e ho difficoltà a trovare un network per l’arte erotica qui, ma penso e spero che sia a causa della pandemia. Sono anche estremamente introversa, quindi è già difficile, per me, socializzare in tempi di pace. A Luglio uno studio inizia una sessione di disegno dal vivo e non vedo l’ora: sarò lì ogni settimana.

Ogni cosa è momentanea. Sono fiduciosa del fatto che questo sia un periodo sconnesso sul percorso. Non avrei potuto predire una cosa del genere prima, lascio che il futuro sia altrettanto una sorpresa.

Comunque ora sto lavorando a una larghissima pila di lavori incompleti, pezzi che amo molto e che hanno bisogno di tempo e capacità per essere conclusi. La parte emotiva ce l’hanno già tutta, quindi la mia attitudine di merda non ha come prendere piede… qualche volta devi giocare d’astuzia su te stess*. Quando finirò, si ristabiliranno un po’ di amore e speranza, dentro di me.

Mi sto iscrivendo, con qualche mio lavoro, alla Seattle Erotic Art Festival, proprio mentre scrivo, auguratemi buona fortuna!

Sto anche pensando di fare una zine: sembra essere un ottimo modo per offrire alle persone un accesso a una selezione di opere.
Nel frattempo ho qualche stampa e sticker in cantiere per la vendita su bunnyraunch.bigcartel.com e comunque sono sempre disponibile per le commissioni. Quindi se hai una qualche idea zozzetta, scrivimi per DM su instagram!

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