Fidatevi quando vi dico che, alla fine di questa intervista, non vedrete i cubi mai più come una normale forma geometrica. Incontriamo Pornini!
Da dove è nata l’idea di “Pornini”?
L’idea è nata da un fermacarte trovato a un mercatino: una pallina schiacciata in resina contenente un fiore di Tarassaco. È un oggetto affascinante ed evocativo, contiene un fiore delicato ed effimero bloccato dalla resina nel suo breve momento di fioritura. Mi è venuta quindi la curiosità di capire com’era stato fatto e la voglia di provarci anch’io. Dopo alcuni tentativi ho acquisito la tecnica ma ancora non avevo idea di cosa inserire in questi blocchetti di resina. Su suggerimento di un amico ho sfogliato un catalogo online di personaggi ed elementi paesaggistici da inserire nei plastici ferroviari in scala 1:87 e… colpo di fulmine, ho trovato quattro scenette sexy. Come chiamarli se non Pornini?
Da quanto tempo lavori a queste creazioni?
Ci lavoro da poco più di un anno e sono in vendita dallo scorso marzo.
Come mai la scelta di utilizzare la resina?
Come ti dicevo, la resina è stata il punto di partenza. È un materiale brutto da lavorare, tossico e appiccicoso ma una volta asciugato è trasparente come il vetro e indistruttibile. Una capsula del tempo per i Pornini…
I personaggi all’interno, invece, di che sono fatti?
Sono fatti di un altro tipo di resina per stampaggio rispetto a quella usata per il cubo. Io poi li elaboro con filo metallico per sostenere gli arti, stucco bicomponente o Fimo e li dipingo con smalti o acrilici da modellismo.
Quanto tempo impieghi per fare un pezzo?
Dipende, le quattro scene base sono abbastanza veloci da fare, fondamentalmente il tempo impiegato è quello dell’incollaggio e dell’asciugatura delle colate di resina. Dall’estate scorsa però ho iniziato a farne su commissione: gli acquirenti mi chiedono pose e colori di pelle e capelli specifici, qualcuno per celebrare un ricordo, altri per evocare le proprie fantasie erotiche. Questi a volte sono molto laboriosi, devo ricostruire parti del corpo, arredamento e paesaggi.
Infatti queste “capsule voyeristiche” sono molto affascinanti e divertenti, perché la loro trasparenza sbatte in faccia questo grande tabù che è il sesso. È un effetto volutamente provocatorio?
Certo, provocatorio ma scanzonato. L’idea è quella di veicolare un messaggio di positività del sesso tramite un linguaggio allegro e ironico. Il tema del sesso però è davvero grande, universale ma anche molto personale e mi piace quindi che ognuno ci metta qualcosa di suo.
C’è qualcosa da cui trai ispirazione non solo per l’opera in sé, ma anche per l’impostazione fotografica successiva?
Per i Pornini commissionati l’ispirazione mi viene data dall’acquirente, devo dire che mi diverte molto essere la confidente delle fantasie sessuali di una/o sconosciuta/o che vive dall’altra parte del mondo. A volte bisogna indagare per capire nei dettagli com’è la loro fantasia e come rappresentarla, altre volte mi vengono fatte delle richieste particolareggiate.
Per gli altri Pornini invece parto spesso dalle figure che ho a disposizione, mi piace mixarle e creare scene di intimità legate al sesso, come la coppia di donne che si spoglia guardandosi a vicenda. Nelle fotografie metto a volte dei dialoghi tra i personaggi per dar voce a questi momenti di intimità. Dal punto di vista formale sono molto affascinata dalle geometrie, dalle luci e dai riflessi che le facce del cubo creano rispecchiando più volte la scena.
Che reazioni hai ricevuto dal pubblico, da quando hai iniziato?
Le donne hanno sempre una reazione divertita. Ho notato invece dell’imbarazzo da parte di alcuni uomini che hanno evidenti pregiudizi non tanto sui Pornini in sé, ma sul fatto che sia una donna a idearli, realizzarli, e più in generale, a parlare di sesso senza tabù, in modo spudorato e allegro.
La forma del cubo a me ricorda il perimetro di una stanza, dove avviene l’atto intimo che però, date le pareti trasparenti, viene sovvertito e stravolto proprio nella sua intimità. La scelta di questa specifica forma geometrica ha un significato o è solo una scelta logistica?
Mi piace l’interpretazione che dai alla forma che ho scelto. A me piace il cubo per la purezza geometrica e la modularità. Sol LeWitt dice questo a proposito del cubo: “La caratteristica più interessante del cubo è proprio il suo essere apparentemente poco interessante. Paragonato ad una qualunque altra forma tridimensionale, il cubo manca di aggressività, non implica movimento ed è il meno emotivo. È dunque la forma migliore da usare come unica base per ogni funzione più complessa.”
Hai anche un negozio Etsy. Qual è la richiesta per questi irriverenti e preziosi lavori?
Si, ho un negozio su Etsy che va abbastanza bene tenendo in considerazione che sono oggetti di nicchia.
Hai altre idee che puoi anticiparci per ampliare il tuo progetto?
Si, ho sempre più richieste di scene specifiche e vorrei fare delle scene tra uomini. Ho quindi la necessità di creare le figure ex novo senza per forza dover partire da quelle esistenti. Sto valutando se utilizzare la stampa 3d o la modellazione tradizionale con anche l’obiettivo di mantenere un prezzo accessibile.