La coppetta mestruale: un’esperienza

Due cose hanno cambiato la mia vita: la coppetta e il magnesio. Entrambe hanno a che fare con le mestruazioni; a pensarci prima, forse avrei capito molte cose…

Come molti degli articoli di Porno Piazza, anche questo non è scritto solo da me: i vostri contributi hanno reso possibile la composizione di questo mosaico di parole e adesso lo vediamo insieme.

La coppetta mestruale: cos’è?

È un’alternativa agli assorbenti: è un dispositivo di silicone, a forma di coppa, appunto, il quale raccoglie il sangue, piuttosto di assorbirlo. Sta crescendo in popolarità, dunque troverete in giro per Youtube e per tutto l’internet molti articoli e video a riguardo; su instagram come posso non indirizzarvi alla Queen della divulvazione, Violeta Benini, che ha fatto video igtv e articoli a mai finire? Se vi serve un’idea più chiara e precisa, sapete di poter andare da lei.

C’è un gran bisogno di parlare delle alternative – che sono diverse, la coppetta è solo una di queste – per vivere le proprie mestruazioni in maniera differente, rispetto a come siamo state abituate e cresciute. Farlo anche attraverso le testimonianze è davvero importante, perché in certi casi non bastano i manuali.

Prima di entrare nel vivo delle mie e delle vostre esperienze a riguardo, un ultimo indirizzamento a proposito: l’articolo di sessolopotessi: leggetelo e sarete ancora più sicure di voler quantomeno provare. Ma entriamo nel vivo:

“E poi la butti nella pasta?”

Non prendetemi per pazza, se inizio il paragrafo così. Mi sembrava giusto riportare, data la frequenza, questa battuta disgusto-sarcastica da parte dei ragazzi che si sono trovati a orbitare intorno le RCPDM (Ragazze Che Parlano Di Mestruazioni). Vi assicuro che questa battuta è tornata più e più volte e sempre da loro; mi sembrava giusto quindi, grazie l’immagine grottesca, darle un posto d’onore.

Che i ragazzi siano a disagio nel sentire “questi discorsi” è solo sintomo dell’altra metà dello stigma che viviamo. Semmai c’è da chiedersi il perché l’idea di una raccolta di sangue in una coppa gli faccia venire in mente così facilmente il sugo, con cui condire un piatto. No, sul serio: why?

Dalle risposte delle utenti, alcune sono ancora poco convinte sull’utilizzo della coppetta; molte temono che in realtà non possa raccogliere tutto il flusso, rovinando disastrosamente biancheria e abiti, altre non sono persuase dall’idea di inserire un oggetto di silicone dentro – appena proverete i sex toy, ne riparliamo -,  altre ancora sono indecise su ciò con cui dovrebbero “combattere” in seguito: il sangue, appunto.

la camera di valentina

Il sangue: stigma e rivelazione

In effetti, quando provai io la prima volta, avevo la stessa identica preoccupazione: che cosa combinerò? La risposta fu chiara e semplice: i primi tempi, un gran macello.  L’ho inserita male e, per l’estrazione, l’ho afferrata peggio; da toilet a scenografia tarantiniana è un attimo. Ma poi, dialogando meglio col proprio corpo e trovando la posizione più giusta per l’inserimento, è stato tutto in discesa.

Intanto bisogna combattere con l’idea repulsiva che il sangue venga raccolto, restando dentro, invece di essere comodamente assorbito per poi vederlo buttato nel cestino, lontano da sé, come si fa con tutto ciò che viene fatto in bagno. Ritrovarsi, cioè, a guardare ciò che nessuno ci insegna a osservare, in uno dei momenti di massimo funzionamento del nostro corpo e segno di ottima fertilità.

La prima sfida della coppetta, infatti, è questa: convivere con questa parte di noi, tra le più stigmatizzate; affrontarla.
Con le pubblicità e, più genericamente, con la narrazione che viene fatta delle mestruazioni, assorbenti e tamponi usa e getta sono le soluzioni più consone per vivere la ciclicità nella maniera più distaccata possibile, pronta al tabù. Li usi, si riempiono, li butti. Addio.

Prendendo dimestichezza con la coppetta ho imparato a osservare il mio sangue: il colore, la quantità, l’odore. Ed è proprio come affrontare il mostro: capisci che è in te, temerlo, dunque, non serve a granché. Trasformarne la visione, invece ti aiuta a comprendere che non è un mostro, qualcosa di cui vergognarsi.

No, non ci condisco la pasta, però vivo meglio le mie mestruazioni e, dato che parliamo di buona parte della mia esitenza, vivo meglio la mia vita. Capisco che oltre a fare del bene all’ambiente e al portafoglio, faccio anche una nuova narrazione delle mestruazioni, le quali da sempre sono state svalorizzate, socialmente e storicamente.

la camera di valentina

Period sex: ma con la coppetta?

Abbiamo parlato anche di questo e la maggioranza delle vostre risposte si dividono in: masturbazione e stimolazione esterna, sesso orale e, ovviamente, rimozione al momento della penetrazione. Totalmente d’accordo con voi.

La coppetta non richiede molti sforzi nell’incastonarsi nella vostra vita, solo molta attenzione. Così come succede quindi per gli impegni quotidiani – nei quali il dubbio su quando, come, dove e perché svuotare la coppetta fuori casa è più che lecito, ma risolvibile con l’attenzione alle ore di capienza della coppetta e conseguente adattamento di orari -, così anche nella vita sessuale.

Ecco un’altra cosa che la coppetta mestruale vi mette di fronte: il sesso non inizia né termina nella sola penetrazione, ma può variare nelle pratiche e nelle attività. Quindi la coppetta è di ostacolo? Ma quando mai! Provatela e andate di fantasia!

Conclusioni

Leggete e guardate quanto più materiale possibile, informatevi; esiste, a quanto pare, un gruppo su facebook dove ci si aiuta a capire come prendere le misure e a distinguere ogni coppetta.
Io, personalmente, sono andata d’azzardo e mi è andata bene: ero certa, nonostante le percezioni sbagliate che l’assorbente dà, che il mio flusso fosse regolare e quindi molto contenuto. A Parigi – dove sono stata, per trovare un’amica -, ho comprato una small (ah, lì le trovate nei supermercati, qui in Italia dobbiamo ringraziare se le farmacie ce l’hanno).

Mi sono informata in seguito e comunque non è stato inutile, quantomeno per comprendere cose del mio corpo che altrimenti avrei considerato pochissimo.

Se la coppetta non vi convince, esistono ulteriori alternative come gli assorbenti lavabili e le “period panties”, mutande assorbenti; oppure ancora le spugne.
Mi piacerebbe poterle sperimentare tutte, magari ne riparleremo.
Ma sicuramente, per il momento, la coppetta mestruale è una grandissima esperienza: per il mio ciclo mestruale, per le cose che ho imparato su di me, invece di ignorarle o provarne disgusto, per le altre, che adesso chiedono.

Siamo vicino Natale: pensierino?

1 Comment

  1. […] Come ho già raccontato, i primi tempi sono un vero disastro perché avere una cavità vaginale non rende le cose così intuitive come spiegano le istruzioni di inserimento – rido sempre quando penso al foglietto presente nel pacchetto della mia coppetta il quale suggeriva che, se si sentiva un “pop”, significava che la coppetta si è aperta bene. Quale camera insonorizzata riesce a fare uscire un chiaro “pop”? E perché la vagina dovrebbe essere altrimenti? –, ma l’esperienza paga poi dei vantaggi che ti dà utilizzare un dispositivo del genere. […]

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