Erotica Pornicae – De Erotica #1

Avvertenze: alto contenuto di latino ad cazzum e parole inventate. Ma certo professori, capisco: sono pronta alle vostre petizioni, me lo merito.

La prima puntata di “De Erotica” apre con una declinazione visuale dell’arte erotica che a me diverte moltissimo: quella della trasposizione grafica del porno.

Erotica Pornica la riconosci perché, qualora te la trovassi sul feed del tuo bel social, sobbalzeresti, subito saettando lo sguardo intorno a te, sincerandoti che nessun* stia sbirciando sul tuo schermo.
Non ha suono, non ha video, eppure impudicamente ti viene in faccia, quasi sempre senza preavviso. 

È più la voglia di scopare o di creare?

Io non so cosa passi per la testa dell* artist* che decidono, a un certo punto, di darsi all’estro artistico, ma me li immagino un po’ così, mentre masturbandosi su un qualche video porno decidono di estrapolare un fermo immagine e farne uno sketch. ‘Spe ‘spe ‘spe, bello oh!

la camera di valentina

su sfondo grigio e cornice rossa dipinta c'è l'illustrazione di una donna e di un uomo che fanno sesso. La figura di lui si intravede a malapena, mentre di lei spiccano i seni e la bocca aperta
illustrazione dell’autrice liberamente ispirate da altr* (canale telegram per approfondimenti)

Il risultato non è sempre dei più eleganti, ma d’altronde qui non cerchiamo l’eleganza; questo primo articolo di “De Erotica” è una dedica proprio a questa gente che le voglie di scopare e di trastullarsi le sintetizzano – convertendo l’energia erotica in creativa – tramite illustrazioni, collage digitali, foto post-prodotte per tutti i gusti – o quasi.

Di contemplazione e altri inganni

Decidere di parlare di arte erotica e decidere di farlo bazzicando l’oggi può aprirti le strade allo straordinario: straordinariamente osceno, straordinariamente stupido, straordinariamente brutto.

Certo, però, che davanti un pezzo di Erotica Pornica puoi esperire la stessa estasi che deve aver provato Courbet davanti all’origine del mondo; che poi è quello che potresti fare proprio davanti a un porno, ma magari in quel momento la testa ce l’hai altrove, comprensibilmente.

la camera di valentina

su sfondo grigio e cornice rossa, l'illustrazione di due persone che fanno sesso orale, si intravedono le due teste vicine e un pene, tra di loro
illustrazione dell’autrice liberamente ispirate da altr* (canale telegram per approfondimenti)

Erotica Pornica è il close-up sui genitali fatto in grafite, china o acquerello; è l’illustrazione digitale del sesso orale, categoricamente praticato da una persona dall’espressione di genere femminile, con lo sguardo affamato ed estasiato, su un pene di cui non si sa l’identità di genere – perché l’immaginario è degli uomini, quel pene è tutti.
È il corollario di posizioni sessuali del sesso eterosessuale (ci arriveremo anche alle rappresentazioni più queer, abbiate fede).

Per fare prima, c’è chi apre una vetrina social solo per mettere le proprie foto, ma non basta che siano foto di nudo, erotiche; le post producono, con le applicazioni che abbiamo tutt* nei cellulari, per modificare con effetti che ricordino il tratto di matita, o la tempera ad olio. Non è sempre facile distinguere l’illustrazione dalla foto modificata e lasciate che vi dica che va bene così, l’importante è il sentimento.

Un posto nell’arte

Mi sono sempre chiesta se questo tipo di elaborazioni tradissero una necessità di elevarsi ad arte quando nascono dall’equivalente degli scarabocchi mentre sei intent* a fare altro, ma senza la distrazione; penso di essermi risposta da sola, nel tempo, comprendendo che la mia stessa propensione a giudicare questi lavori, basandomi sulle ipotetiche tempistiche che richiedono, sulle tecniche e sugli strumenti impiegati, era guidata da un pregiudizio negativo, culturale, il quale induce a distinguere l’arte alta da quella bassa, da separare cosa è arte e cosa no.

Erotica Pornica sfida un po’ questi preconcetti che, tra l’altro, abbiamo fatto nostri ma senza cognizione di causa; stessa sfida portata dall’arte pornografica performativa che appartiene ad ambienti underground (come quelli del postporno).

La concreta difficoltà di discernere l’arte-dal-resto si consolida in Erotica Pornica, dove le illustrazioni spingono oltre il porno, ponendolo, in forma bidimensionale (analogica o digitale), in un contesto dove, semplicemente, non ce lo aspetteremmo: alla portata di tutt*.

la camera di valentina

Su sfondo grigio e cornice rossa in primo piano un piede che calpesta un pene
illustrazione dell’autrice liberamente ispirate da altr* (canale telegram per approfondimenti)

Il disegno di un pene in erezione è arte? La raffigurazione di un pompino, è arte? La rappresentazione di una pecorina, è arte? Ma, soprattutto: ma è modo che queste cose le devo vedere in una galleria virtuale, e non nel solito sito che poi cancello dalla cronologia?!

La censura

Comunque, io non saprei rispondere a quelle domande neanche volendo. Mi occupo di scrivere e osservare uno spazio digitale, e questo è ciò che vedo. L’arte erotica, come vedremo, viene replicata in tanti stili diversi e ognuno di questi racconta una storia sessuale.

Erotica Pornica, si capisce dal nome, non lascia spazio a chissà quale grande altra immaginazione – a parte, s’intende, quella che state leggendo adesso, scorrendo queste parole. Dunque arriviamo al cuore rivelatore di questa arte erotica, quello che ci mostra com’è l’approccio della società nei confronti del sesso – e del sessuale tutto: rimozione, censura, cancellazione.

Erotica Pornica la distingui perché, probabilmente, da che la seguivi, a non la segui più: il post su Instagram è stato rimosso, l’account dell* artist* è stato cancellato, oppure penalizzato fino a rasentare l’invisibilità.

Pensa ai bambini!!!

Sobbalzare e controllare che nessun* sbirci, dicevamo. Erotica Pornica è quella scuola che, insieme con la censura, concretizza meglio la presenza del panico morale (così brillantemente scoperchiato qui); per questo motivo ritengo che sia da attenzionare e, qualora desiderato, sostenere. Perché quest’arte da adult content è esattamente quello che facciamo nella nostra intimità e sebbene sia una scelta prettamente personale e individuale decidere quanto esporre di sé e della propria sfera sessuale, è sempre una scelta politica decidere, a livello comunitario, cosa esporre e cosa no, di cosa parlare e cosa no.


Io non so se rappresentare un pompino, a carboncino, sia arte; so che i pompini sono esperienza comune e, come tutte le esperienze, possono essere raccontati, anche graficamente, anche esplicitamente, perché è in maniera esplicita che compiamo queste azioni.
Specchiarsi su questo specchio senza pretese, di tanto in tanto, male non fa.

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