La cromatologia della Puttana

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Cos’è la cromatologia? È lo studio del colore, dalla composizione fisica-chimica alla simbologia attribuitagli dalle diverse culture. E cosa diamine c’entrano le puttane, adesso?

L’introduzione alla cromatologia spesso coinvolge, come primissimo approccio, un approfondimento dei significati simbolici che un colore può assumere nel tempo e nello spazio geografico, variando da regione a regione, da epoca a epoca, da popolo a popolo. Non è soltanto quella cosa che trovate online del “dimmi che colore ti piace e ti dirò chi sei” (che è comunque interessante), ma un’analisi dell’utilizzo comunicativo e psicologico del colore applicabile a tutte le arti e a tutti gli ambiti della vita, dalla pittura al marketing.

Iniziando a studiare questa materia, le mie antenne valentine hanno recepito presto il ritorno di una figura che saltava da un colore all’altro, appropriandosene in qualche modo e riempiendolo del suo significato: la prostituta.

Avete presente gli arcobaleni dei balconi da #andràtuttobene? Ora li smontiamo, appropriandoci di qualche colore del loro spettro, e li portiamo per strada, in mezzo alle mignotte.

Eccovi una breve – ma intensa e vivace (come i colori che seguono) – carrellata di curiosità inerenti alla cromatologia della puttana, ovvero dove si nascondono le meretrici quando il colore diventa la loro bandiera.

Il Rosso

Che il rosso sia il colore della passione e della violenza vi sarà ben chiaro. Cos’avrà mai a che fare con le prostitute, mi chiedo?

La Prostituta di Babilonia

Per i protestanti, il rosso rappresenta la Prostituta di Babilonia, anche chiamata “Mistero di Babilonia” o “la meretrice di Babilonia”. Sarà meglio ritornarci in futuro sull’argomento, perché questa figura, nominata nel libro dell’Apocalisse, intreccia radici profondissime e incredibilmente interessanti. Per il momento vi basti sapere che con “Prostituta di Babilonia”, si presuppone s’intendesse definire un intero sistema malvagio e avvelenato dall’Anticristo. Un simbolo di corruzione quindi, più che una donna in sé.

Giacché resta piuttosto comodo associare le donne alla corruzione, non mancano rappresentazioni figurative di questa Grande Meretrice: vestita di rosso, cavalcante una bestia (anch’essa rossa) con sette teste e dieci corna. Nell’Apocalisse si narra di come i grandi potenti del mondo commetteranno adulterio con la Grande Prostituta di Babilonia e di come i popoli  resteranno “inebriati del vino della sua prostituzione”. Che dire: patriarchy anyone?

la camera di valentina
wikipedia.org

Quartiere a luci rosse

Anche qui il riferimento è piuttosto chiaro: dato che il rosso è il colore della passione e della lussuria, viene automatico associare i quartieri a luci rosse a quelle aree dove è possibile comprare un servizio sessuale, giusto?
Giusto! Ma qual è l’origine?

Non è cosa certa perché, esattamente come il mestiere della prostituzione, anche le origini di tutto ciò che è associato a essa sono le più antiche (e quindi indistinguibili) del mondo.

Prima dell’invenzione dei semafori, nelle ferrovie (soprattutto quelle inglesi) erano i capostazione e i ferrovieri a lanciare il segnale di arresto al treno in corsa, utilizzando una lampada molto forte, dalle lenti rosse, che veniva sventolata dal binario. 

Gli stessi ferrovieri, finito il loro turno, si portavano appresso questa lampada e una volta arrivati al bordello, la lasciavano fuori dalla porta, accesa, a segnalare la loro occupazione.

Un’altra teoria vuole che fossero le prostitute stesse, per rendere riconoscibili il loro bordello e distinguere le luci della casa dalle altre, a mettere un telo di stoffa rossa sopra le lampade, per attirare possibili clienti.

L’Arancione

Scherzetto!
Non c’è molto da dire riguardo l’arancione che sia associabile con qualsivoglia tipo di sexwork. Ho pescato però una cosuccia dal web e, per farsi due risate a colpi di cromatologia mignotta, mi sembra opportuno condividerla:

Un articolo del 2015 riporta un provvedimento anti zoccola preso dal sindaco di Spino d’Adda, in provincia di Cremona [1]: fare vestire le prostitute che lavorano in strada col giubbino catarifrangente arancione (come quello degli operai) per allontanare i clienti. Ovviamente, la cosa non ha funzionato: la maggior parte delle prostitute non ha indossato il giubbino.

Il cliente viaggerà pure di notte, ma dubito che questo lo renda più cieco: se volessi comprare un servizio sessuale e lungo una strada notassi un “operaio” vestito di tutto punto con tanto di giubbino arancione, non esiterei a fermarmi. A’ magico!

Il Giallo

Ma se non fosse sera e non servissero luci (né catarifrangenti per rifletterle), come si riconoscerebbe una prostituta?

Tutto iniziò durante il Tardo Medioevo, a Venezia, dove vennero presi provvedimenti per rendere riconoscibili le prostitute. Uno di questi era obbligarle ad indossare un abbigliamento o un accessorio di colore giallo, che fosse ben distinguibile per le strade: mantelli, foulard, gonne, tutto molto accesso e riconoscibile. Durante il Rinascimento questo genere di provvedimenti continuò a essere messo in atto, ma i colori e gli accessori variavano da città a città. 

“Il Passaporto giallo”,un film del 1931 di Raoul Walsh, racconta la storia di una ragazza la quale scopre del padre morente e, desiderosa di raggiungerlo, si mette in viaggio. L’unico modo che le consente di spostarsi liberamente è quello di procurarsi il cosiddetto “passaporto giallo”, realmente utilizzato in Russia per permettere alle prostitute (rese così riconoscibili) di muoversi in ogni parte del Paese.

la camera di valentina

E questo è quanto! Un viaggio breve ma intenso, alle soglie dei colori freddi. Non so perché dal verde in poi, sullo spettro del prisma, non ci siano più simbologie legate alle prostitute: sarà che il sexwork è talmente bollente da essere associato solo ai colori caldi?

Spero che questo viaggio vi abbia sorpreso tanto quanto ha sorpreso me: immaginavate le tanto stigmatizzate puttane avessero un loro posto nell’arcobaleno?

LINK E FONTI

[1] https://www.ilgiorno.it/cremona/cronaca/prostitute-1.1261894

https://books.google.it/books?id=SKBvqXL0jTQC&pg=PA108&lpg=PA108&dq=yellow+prostitute&source=bl&ots=hjj3K7rqAj&sig=ACfU3U2WN708EjBO9larFtSsaOdL1Z32bg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjTitu2ya7pAhWcZxUIHbt1CBAQ6AEwC3oECAYQAQ#v=onepage&q=color%20prostitute&f=false

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_passaporto_giallo

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