La curva costante del bigottismo

Giorni burrascosi per chi parla di sessualità.

Da quando La Camera Di Valentina ha avuto vita, scoprire attivisti a favore di una sessualità consapevole è stata un’attività continua. I social rappresentano una piazza effervescente, ma ricca di insidie, soprattutto nel panorama italiano

Queste ultime tre settimane sembrano aver concentrato il meglio del peggio, riguardo le tematiche della sessualità.
 
Non è neanche una gran novità: tutto ciò che riguarda il sesso è trattato solo in maniera sensazionalistica o genericamente poco approfondita.
 
Ci sono stati tre avvenimenti, recentemente, che rendono una sintesi parecchio fedele di quello che è il grande problema, in questo Paese, nell’affrontare queste tematiche: il bigottismo.
 
Andiamo per ordine:

Gli attacchi a Violeta Benini, ostetrica e “Divulvatrice”

Violeta Benini è una professionista ostetrica, divulgatrice e attivista. Il suo lavoro non è convenzionale e limitato all’idea che possiamo avere di una consulenza di ostetricia, ma un porto dove approdare e scoprirsi, svelando dubbi e scoprendo aspetti della nostra sessualità che difficilmente saremmo abituati a tenere in considerazione. L’ironia e l’apertura la caratterizzano, rendendo la sua presenza sui social un punto di riferimento.
 
Ovviamente non a tutti piace. Chiunque sia attivo e si premuri a diffondere nozioni anti-tabù viene respinto da tutto un branco di persone troppo intente a rifiutare qualunque aspetto di libertà psico-fisica, vuoi per paura o per ignoranza – o per entrambe, che lo dico a fare -. Così il fenomeno degli haters si allarga a macchia anche in questo contesto.
Gli attacchi ricevuti da Violeta in questo mese però, non hanno riguardato “semplici” commenti da bannare; sono stati colpi assestati più difficili da gestire e a causa dei quali la risposta ha richiesto molto più tempo, addirittura possibili risoluzioni legali.
 
Fortunatamente la mobilitazione non si è fatta attendere e moltissimi, sui social, sono accorsi per solidarizzare con Violeta. La faccenda non è ancora chiusa, ma quantomeno la vicinanza ha sortito i suoi effetti positivi.
Violeta_Benini_Divulvatrice___violetabenini__•_Foto_e_video_di_Instagram
L’irriverenza con la quale Violeta Benini parla, apertamente e senza fronzoli, di sesso e sessualità ha urtato i gusti della gente troppo “per bene”, che di bene ha poco e nulla. Svecchiare e disgelare i modi canonici con cui si affronta il sesso è un dovere e un piacere di chi decide di contribuire alla distruzione di muri innalzati in anni di oscurantismo che potremmo anche lasciarci alle spalle, una volta e per tutte. Non tutti la pensano così, criticando e colpendo con conseguenze non ignorabili.
 
Se andate sul profilo instagram di Violeta Benini troverete video e immagini nelle quali vengono trattati argomenti tra i più disparati: le mestruazioni, l’applicazione di preservativi con la bocca – esatto, rileggete pure -, approfondimento su l’apparato genitale femminile, maschile e reciproci diritti alla felicità, abbattimento di stereotipi di genere, curiosità su sex toys e moltissimo altro.
 
Non a tutti piace scoprirsi, vero?
 
Tutto sommato, anche l’ignoranza è una scelta. Quando però questa scelta la si deve imporre anche agli altri, facendo passare per depravati chi semplicemente apporta il suo contributo verso una divulgazione onesta, lì si innesta il gap, quel passaggio da intima ignoranza a fanatismo becero e cattivo. Non la penso come te, dunque hai torto.
 
È difficile, in Italia, parlare di sessualità. Lo è già limitandosi a un insegnamento biologico, figurarsi ampliando ad approfondimenti educativi sull’emotività, la psicologia e le curiosità; ovvero la divulgazione ad largo raggio di tutto ciò che concerne il sesso, il quale non è solo un atto riproduttivo fine a se stesso, checché ne dicano Le Persone Troppo Per Bene.
 
Il fatto che una donna parli liberamente, in maniera ironica e cosciente, di queste cose rende tutto doppiamente difficile e ancora più scandaloso. E come molte delle cose difficili e scandalose, bisogna che a un atto di rigetto segui l’accettazione, sennò non si va avanti (sarebbe bello diventasse chiaro per tutti).
 
Anche La Camera Di Valentina sostiene Violeta Benini. Dopo giorni di perplessità e amarezza, all’improvviso il genio illuminato, l’epifania, l’anello mancante al perché certi individui possano aver colpito così aspramente un’attivista sessuale con assestamenti tanto gravi; l’anello ha un nome e un cognome:

Mario Adinolfi e la continenza

Quella che si è sparsa a macchia d’olio è la notizia di tre giorni fa, sulle ultime dichiarazioni di Mario Adinolfi riguardo l’uso del preservativo nei rapporti, in particolar modo quelli occasionali.
 
La soluzione, per Adinolfi non sono i preservativi, ma la continenza. Ritiene scorretta una vita sessuale basata sul sesso occasionale – l’unico amore da fare è quello con il proprio partner, altrimenti deserto -, per il quale educare alla prevenzione tramite l’uso di contraccettivi non è sufficiente: desiderare una vita sana con la capacità di scindere una vita sessuale tradizionale e pur responsabile non è consigliabile per il leader del Popolo Della Famiglia, no: il preservativo non educa mica alla tradizione, tutt’altro.
Mario Adinolfi 1 tpi

È un pericoloso strumento che, come tutti i contraccettivi, ci insegna che abbiamo il libero arbitrio e il pieno diritto di scelta delle nostre vite; dimostra che siamo capaci di scindere e porre sullo stesso piano la sicurezza e il piacere.

Non è una cosa che possiamo assolutamente permetterci, ma che scherziamo?
 
Se continuiamo con questa storia del preservativo che legittima rapporti occasionali, dove andremo a finire? Che ne sarà dei valori ferrei della Sacra Famiglia, della purezza, dell’integrità e della morale di una persona? Oggi il preservativo, domani il sesso prima del matrimonio; e poi ancora peggio – non ci voglio neanche pensare –: il sesso non a fine procreativo! No, no, no, no, no…
 
Per carità: togliete tutto ma non l’importanza della tradizione familiare all’italiano. Quella e i porno. Anche se togliete i porno l’italiano s’inalbera parecchio.
 
Dai dati di Pornhub del 2018 (che trovate tradotti nell’articolo di Le Sex En Rose, qui) l’Italia risulta nella top 10 dei paesi con più traffico di visualizzazioni. Questo lo sapevamo già, non è vero?
 
Ma cosa succede quando, dalla bolla del mondo Porno, qualcuno alza la voce per esprimersi al di fuori dal contesto?

Valentina Nappi esprime il suo dissenso

Un post recentemente caricato sull’account instagram di Valentina Nappi ha suscitato molto chiacchiericcio: titola “sono stata “stuprata” da Salvini” e nella descrizione la Nappi esprime il suo pensiero contro questo nazionalismo dal gusto fascista del governo Salvini.
 
Le reazioni non si sono fatte attendere, ce n’è per tutti i gusti e disgusti. Tra i molti insulti che si è trovata addosso, quelli di spicco riguardano l’approssimazione volgare con cui molti le hanno risposto, invitandola a “fare porno” a non trattare di politica.
valentina nappi
La nuova categoria fiorente di utenti su internet, rientrante nella definizione di “analfabeta funzionale”, la quale caratterizza anche un bacino di elettorato, a seguito di questo post deve aver subito due grossi scossoni: scoprire che una pornostar pensa e in quanto pensante ha diritto di esprimersi; scoprire che una pornostar pensa in maniera articolata e quindi meglio di molti di loro.
 
Essere o non essere d’accordo è una decisione individuale, ma ciò che colpisce è la mancanza di senno nell’insultare una persona col pretesto di relegarla a una sola funzione – e certo il ruolo di pornostar, in maniera del tutto ingiustificata, si presta a insulti ignoranti -, solo perché incapaci di rispondere a tono e in maniera sensata.
 
In questo Valentina Nappi continua ad avere un ruolo rivoluzionario: l’insistenza nell’esprimersi e dimostrare di avere voglia e diritto di dire la propria, soprattutto quando fatto con criterio e ragionevolezza, è davvero oltraggioso.
 
Il Popolo della Famiglia di cui sopra passa il tempo anche sui porno, pur non dicendolo; ma se anche da lì si dimostra più coscienza, consapevolezza e ragione, dove potrà mai sfogarsi?

Ecco allora, cos’è: la libertà è un grosso problema.

Scegliere sulla propria vita sessuale, fuori dagli schemi tradizionali, è un problema. Parlare, divulgare, informare, creare uno spazio di scambio di idee, è un problema. Dimostrare di avere un cervello e che anche con quello si gode, è un problema.

 
E mentre sui social tutti questi avventori della libertà di espressione si concentrano nel bloccare, segnalare, minacciare e insultare, chi cerca di fare il proprio lavoro viene ostacolato, denigrato e ridicolizzato dalla mentalità bigotta che non tende a scendere, non ora.
 

Ci vuole coraggio e fermezza, voglia di ampliare gli orizzonti e imparare che anche qui, anche da noi, tutto è possibile.

 
Si diventa eroi per necessità. In questo caso li chiameremo: porno-eroi.
E non sono da sottovalutare.

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