“La zoccola etica” s’è invecchiata

“La zoccola etica” ha fatto la storia, anche in Italia, per essere un testo che ha aperto sulla questione delle non monogamie; e così è stato. Ora sta a noi proseguire e arricchire il percorso.

“La zoccola etica, guida al poliamore, alle relazioni aperte e altre avventure” di Dossie Easton e Janet Hardy, edito in Italia da Odoya Edizioni, è il libro da cui si parte per imparare qualcosa sulle cosiddette non monogamie etiche. Ma dove si arriva, poi?

Un manuale di umanità 101

Partiamo con i punti forti di questo testo che davvero si offre essere un manuale e una guida su come considerare le relazioni e instaurare nuovi rapporti (e nuove modalità di essi). Non ha la pretesa di insegnare il poliamore così, dal nulla, enunciando dall’alto come la verità illuminata, bensì pagina dopo pagina accompagna, a volte anche in maniera troppo leziosa, a ripartire da tutto ciò che abbiamo sempre dato per scontato su come gestire una relazione; in questo senso offre una decostruzione per nulla banale sui perché e i come di un’interazione, di un rapporto più o meno intimo, riconoscendo le aspettative di genere e i loro vincoli.

Sebbene quindi abbia avuto difficoltà, a volte, a godermi i toni infantilistici, in buona parte ho apprezzato questa cura e compreso anche l’esigenza di un certo tono “bambinesco”: lo scopo è buttare giù tutta una certa educazione all’affettività, in questo senso tornare bambini/e/u è estremamente necessario.

A prescindere che vi interessi o meno la non-monogamia come orientamento relazionale, i capitoli che si susseguono per tutta la prima e la seconda parte di “la zoccola etica” vi indurranno a farvi moltissime domande su come avete condotto le vostre relazioni, quante delle cose che fate le fate perché ne sentite davvero bisogno o perché “s’è sempre fatto così” e quante cose invece sono più disfunzionali che altro.

Potrebbe capitarvi come è successo a me: andate in cerca di approfondimenti “storici” sul poliamore e vi ritrovate a riconoscere dinamiche malsane nella vostra famiglia. Surpriiiiiiiise!

Decentrare e decostruire, ascoltarsi e ascoltare, distinguere tra accordo (previa negoziazione paritaria delle parti) e regole (imposizione), rispettare il consenso e i limiti personali, pattuire una nuova relazione o stabilire delle novità in una già preesistente: tutti strumenti utili, a prescindere da che si parli di relazione aperta, avventura sessuale e non monogamia e che vanno applicati, qualora interessati/e/u, perché per accogliere una modalità relazionale tanto fuori dalla norma, come il poliamore è, serve chiedersi necessariamente “ma io cosa mi aspetto da un rapporto?”.

Sessualità libere e complesse

Tutto il capitolo sul sesso e le varie pratiche comunitarie (sesso di gruppo, play party, scambismo, ecc.) è il dolcino tanto atteso a fine pasto. Un capitolo che si apre chiedendo cosa sia il sesso – sviluppando osservazioni che oggi forse abbiamo sciorinato a sufficienza, ma che è sempre bene tenere a mente -, e che approda alle spiagge del possibile slegando la perfomance sessuale dall’emancipazione sessuale (cioè: non è fare sesso a ogni costo che ti rende una persona più libera, ma scegliere quando farlo, se farlo, o non farlo affatto); anche qui si riparte da 0 dando nulla per scontato e ripartendo dalle basi della comunicazione e delle interazioni, ma è a questo punto che tutta l’esigenza del testo di essere una “guida pratica” viene fuori: ci sono, oltre ai soliti esercizi disseminati ovunque, anche esperienze, esempi e suggerimenti passo passo per crescere e fare propria una visione di sessualità sana che porti al piacere e alla soddisfazione.

So di essere di parte nel dire di aver preferito questi ultimi due capitoli sopra gli altri ma li ho trovati davvero tra i più ottimizzati e funzionali, all’interno dell’opera.

Ma la zoccola oggi? 

Siamo tutti/e/u grati/e/u a “la zoccola etica” per aver fatto la storia e aver spianato la strada, sdoganando il tema delle non monogamie etiche. Ma s’è fatta ‘na certa e si vede.
Oggi, attraverso i forum e gli spazi digitali, da ogni parte del mondo – Italia inclusa, incredibile ma vero -, è stato possibile arricchire il tema delle non monogamie etiche e consensuali intersecando fattori anche più politici e sociali; in generale si è ampliato il discorso includendo le testimonianze queer e questa assenza, nel libro, pesa.

Questo non va a inficiare la qualità: d’altronde è comprensibile, il contesto era diverso ed è chiaro il perché dell’assenza di molte specifiche raggiunte oggi e che sono in continuo aggiornamento. Il problema, però, dell’invecchiamento di questa “zoccola etica” non sta tanto nella pochezza dei termini corretti e nelle definizioni, quanto nell’implicazione che queste deficienze rivelano: l’etero e mono-norma.

Il testo potrebbe essere per tutti/e/u, ma in realtà è rivolto principalmente alle coppie eterosessuali monogame (e penso che la scelta della copertina di Odoya Edizioni tradisca fin troppo questa centralità). Questa cosa riduce moltissimo la vastità di esperienze e di identità che oggi, ma certamente anche allora, esistono ed esistevano.

Sembra che l’attenzione sia rivolta alle coppie eterosessuali che sono in cerca di nuovo pepe da mettere nella loro relazione e tutto verte in questa direzione: ci sono suggerimenti per lui, per lei, per la coppia, in loop. Questo non è un problema in sé: mi fa pensare a un’esigenza editoriale, alla necessità di inserirsi con un tema tanto di nicchia nel mercato che, va da sé, è etero e monogamo-centrico; il problema è che, essendo l’unico testo “ufficiale”, se non ufficioso, sulle non-monogamie in Italia e che ancora è il riferimento da cui partire, queste mancanze non possono più essere ignorate.

“La zoccola etica” non basta più come testo per le persone che indagano sé stesse e i loro orientamenti relazionali; è un testo per quelle persone dentro la normatività, che devono comprendere come le restanti non siano mostri, solo perché ne sgusciano fuori. Il che va bene, ma non può parlare allora a tutti/e/u. Quello, evidentemente, tocca a noi.

La zoccola è etica, e nel 2021 è anche queer, transfemminista e sporca; decostruisce con gli strumenti della guida, sì, ma perché non deve più tenere conto di alcuna normativa, a meno che non la faccia star bene, e non deve dimostrare alcunché a chicchessia. Infine, è pronta a prendere il testimone per scrivere il resto di questo libro.

2 thoughts on ““La zoccola etica” s’è invecchiata

  1. d

    Ciao, segnalo un refuso all’ultimo capoverso: “almeno che non la faccia star bene” invece di “a meno che”
    Una volta corretto puoi eliminare il commento 🙂

    1. GDB LCDV

      Grazie!

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