Masturbation Month ’22: dolore genitale e piacere

Dolore cronico e/o genitale e piacere si autoescludono?

Abito questo corpo da ormai quasi 40 anni e spero di avere il privilegio di vederlo invecchiare ancora per molto tempo. Oggi i nostri rapporti sono alquanto distesi, eppure la convivenza non è sempre stata delle migliori, anche a causa del dolore: un dolore che un giorno qualunque “è venuto a me” e non se n’è più andato via.

Tranquillizzo subito chi sta leggendo queste parole: quello che segue non è un racconto ispirazionale né tragico, nessuna eroina da elogiare e nemmeno una poverina da compatire, solo la testimonianza di una persona che vive al meglio delle proprie possibilità e che, tra le altre cose, gode o, almeno, ci prova.

Dunque, caro Maysturbation, rieccoci, non prima di una breve premessa:

In passato, in risposta al fastidio che mi provoca quel sex positivity troppo incentrato a vendere qualcosa (un prodotto, un servizio, un modo di vivere) e che poco ha a che fare con l’accogliere i desideri di chiunque abbia un interesse ad approfondire questo approccio alla sessualità, mi è capitato di condividere delle riflessioni con l’intento di rassicurare chi ha difficoltà/dolori, in particolare dall’ombelico in giù, (anche derivanti da specifiche circostanze, come la masturbazione, l’eccitazione o l’orgasmo) e che magari può sentirsi non rappresentata/u/o da un certo tipo di comunicazione.

L’ho fatto perché credo che all’interno della narrazione di cui sopra, frustrazione, dispiacere o altre sensazioni che portano a sminuire la percezione che si ha di sé siano purtroppo piuttosto comuni. Insomma, I feel you.

La sex positivity un tanto al chilo non è però l’unica responsabile di una situazione a dir poco confusionaria. A contribuire ci pensa una società poco attenta alla dimensione “femminile” non solo del piacere, ma anche del dolore: trascurabile (eddaisu, rilassati, che ci vuole?), trascurato (qui non si vede nulla, starà mica esagerando?) o, se individuato, talvolta troppo medicalizzato (in allegato un agile elenco di tutto quello che non si deve fare pena la mancata “guarigione”).

Sembra quasi che l’ultima parola non spetti mai a chi con quel dolore/mancanza di piacere ci convive.

Ed è in mezzo a questo caos che vorrei soffermarmi su una questione: dolore cronico (anche genitale) e piacere sessuale si autoescludono? E quando si è in compagnia delle proprie mani e/o altri strumenti adatti, in un posto sicuro, con una fantasia che continua a rimbalzare tra la testa e la clitoride mentre gli ormoni fanno la ola, che si fa? Ecco, io una risposta che vada bene per tutte/u/i proprio non ce l’ho, ma posso condividere quel poco che so.

So che ognuna/u/o di noi ha un rapporto intimo e soggettivo con il proprio corpo e con la quantità di dolore e piacere in grado di sperimentare e sopportare.
So che la stimolazione genitale e l’orgasmo non sono necessariamente i mezzi e l’obiettivo dell’appagamento sessuale.
Ma so anche che possono esserlo, eccome. So che godere può far male, ma può anche regalare un benessere psicofisico al quale può essere difficile rinunciare.

So che mi sono masturbata perché ne avevo voglia, nonostante il dolore. A volte, ne ho pagato il conto e me ne sono pentita; a volte, invece ho pensato che ne fosse comunque valsa la pena. So che è faticoso ri-appropriarsi del piacere.

So che ho seguito i consigli di una qualche rivista e per alleviare i dolori mestruali, mi sono masturbata, per poi stare peggio di prima.
Una volta però ha funzionato e le tre ore e mezza successive sono state le più belle della mia carriera di donna mestruata (o, dea, se ci sei, palesati ancora).

So che posso fare a meno della stimolazione interna, ma non so se voglio privarmene.
So che ho usato la masturbazione per provare ad addormentarmi e non dover passare la notte a fissare il soffitto.
Ma sono anche stata svegliata da orgasmi notturni involontari che mi hanno fatta contorcere dal dolore costringendomi a un’altra notte insonne.

Ricordo che questo miscuglio di piacere e dolore era diverso a 20 anni, che a 30 era uno schifo, che oggi va meglio e chissà come sarà a 50 o 60?

Ho ridefinito così tante volte il significato stesso di sesso/masturbazione, piacere e dolore, desiderio e intimità che so che continuerò a pormi domande,

forse trovando inaspettate nuove sfumature o rivalutando le poche certezze acquisite.

Infine, l’ultima cosa che so è che il mio corpo è roba mia e non amo quando mi si dice quello che si può o non si può fare “per il mio bene”. Al mio bene ci penso io, grazie.

Sara
@the_sexpositive_translator
@infoendometriosi
www.isteriche.com

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