Già l’anno scorso qualche dubbio sulla narrazione intorno alla masturbazione aveva fatto capolino; quest’anno c’è qualche risposta in più, oppure i dubbi sono solo aumentati.
Mese della masturbazione: l’esigenza di venire…
L’articolo dell’anno scorso collega link e cenni storici della ricorrenza, perciò mi inoltro direttamente nel cuore di ciò che vorrei esplicitare a questo giro.
Di masturbazione non se ne parla mai abbastanza, non con il coro di voci che servirebbero in questo caso. Masturbarsi è importante, è un modo per conoscersi e per sapere cosa ci piace o no, ed è anche uno strumento per prepararci alla comunicazione con il/la/lu partner: se conosciamo noi stesse/u/i possiamo esprimere le nostre preferenze, i nostri desideri e il modo in cui il nostro corpo funziona e reagisce meglio di come potrebbero fare le/lu/i nostre/u/i partner indovinando a casaccio.
Porno, sex toy, giochi erotici, fantasie sessuali sono tutte opzioni utili (ma non necessarie) per la masturbazione.
… per andare dove?
E cos’altro? La narrazione in merito alla positività della masturbazione è in mano ai negozi di sex toy. Non fraintendetemi: non solo amo i sex toy, ma ci lavoro anche, com’è ben visibile nel sito stesso; semplicemente inizio a notare le falle che emergono quando è un negozio, una compagnia, un’azienda che vuole venderti il loro brand sotto forma di idea; lì sì che si vedono le crepe.
Non basta dire “compra questo prodotto!”, perché smetterebbe di essere accattivante dopo due o tre volte che viene ripetuto. Così i brand – senza neanche sforzarsi troppo, in certi casi, di fare di un claim un vero e proprio manifesto di intenti – iniziano a propinare divulgazione, consigli, mantra positivi e quant’altro. Bella scoperta dell’acqua calda capitalista, direte voi, e avreste ragione. Ma è da qui che nasce la mia esigenza di fare un attimo il punto della situazione.
Tanto di corpi, quanto di soggettività: di chi è il diritto al piacere?
A chi è rivolto il discorso sexpositive sulla masturbazione? Su chi si plasma questo millantato diritto all’esplorazione, alla conoscenza e al piacere sessuale? Ovviamente io non posso parlare per, né al posto di, ma se navighiamo tutte/u/i nel 2022 sappiamo che tutte le soggettività che non siano maschi, bianchi, etero, cinsgenere, abili e magri stanno sgomitando per farsi sentire perché non sono mai state rappresentate.
Un discorso sulle sessualità che voglia essere completo e inclusivo può non porsi domande sulla limitatezza del suo punto di vista?
Non significa quindi sforzarsi a tutti i costi (anzi sconsiglio, sennò vengono fuori oscenità peggiori dell’osceno); né che bisogna parlare per tutte/u/i senza avere la conoscenza necessaria per poterlo fare; anzi non bisognerebbe parlare proprio di qualcosa che non ci riguarda, quanto farsi da parte e lasciare che chi ne compete lo faccia al posto proprio.
LCDV nel mese della masturbazione: uno pseudoprogramma
Però sarebbe un inizio già prendere coscienza di ciò, ed è quello che vorrei fare. Il mio spazio digitale è questo blog e quindi non posso offrire altro che non mi ritorni indietro, ma vorrei, senza pretesa, dare sinceramente una parentesi alternativa e necessaria per tutto il mese di Maggio.
Ci saranno articoli che testimonieranno storie un po’ fuori dal coro, e non saranno scritte da me; l’intento è quello di ampliare la lente di testimonianze che siano raccolte e pronte all’utilizzo per chiunque si ritrovi tagliata/u/o fuori dal discorso mainstream.
Ho fatto una call sul canale telegram e con questo articolo la ribadisco: servono storie di corpi e soggettività non conformi; non voglio appropriarmi di ciò che non è mio e comprendo pure che non a tutte/u/i interessa d’essere “ospitata/u/o”, ma anzi rivendicare uno spazio proprio. Questo blog è il mio di spazio, e mi rendo conto che una delle cose che posso fare è renderlo contenitore di moltitudini, quando possibile. Che non è neanche abbastanza, ma è un inizio.
Stravolgiamo le regole del sexpositive perfetto, insieme.
