Per iniziare a scrivere di “Porci con le ali – diario sessuo-politico di due adolescenti” non ho fatto il solito brain-storming: ho ripreso il libro, riletto le parti sottolineate anni fa e rinvigorito l’amore.
Erano gli esordi di LCDV, non avevo neanche instagram e m’è sembrato che questo libro mi aspettasse, tra le bancarelle del mercato dell’antiquariato di Piazza Marina, a Palermo. Era così, in effetti.
Certe volte sono così triste che per tristezza vorrei fare la rivoluzione, perché le cose giuste fossero quelle che fanno stare bene, e non ideologia per consolarsi
Rocco e Antonia manifestano e trovano l’amore (quasi)
Questo diario, che noi vediamo alternarsi tra quello di Antonia e quello di Rocco, protagonisti/e, si apre nel contesto dell’insorgere della sinistra studentesca nel pieno delle due generazioni riottose: quella sessantottina e la successiva. Gli anni delle lotte studentesche, quando i e le giovani borghesi presero parola e iniziativa nella vita pubblica attraverso i primi strumenti che avevano a disposizione: le assemblee e i cortei. Un momento dove le ideologie di sinistra entrano nella quotidianità e inizia a palesarsi il concetto de “il personale è politico“, dove ogni cosa è ridiscussa in dibattito.
Non vi svelo come si apre il romanzo, ché dovete godervelo in pieno, aprire il libro come una finestra in un momento di tempesta, una mossa con conseguenze impensate.
Sappiate che questo “il personale è politico” piomba inaspettato, all’improvviso, su i/le due protagonisti/e che, impreparati/e, cercano di comprendere al passo.
Fottere o morire
Rocco e Antonia vivono la sessualità dirompente dell’adolescenza in maniera enigmatica, interrogandosi, per tentativi, su quanto l’amore entri nel sesso e viceversa. Nel mentre, gli incalzanti giovani adulti che guidano il movimento studentesco, più grandi d’età (e quindi di riferimento), straparlano riguardo fare una rivoluzione che passi attraverso l’emancipazione sessuale delle ragazze – che, a quel punto, più scopano, più dimostrano di essere di sinistra – e da quella dei ragazzi, i quali, sperimentando l’omosessualità, devono goderne senza paura.
Tutto giustissimo, diremmo oggi, dico bene? Ma nell’Italia del ’68 che stava appena appena iniziando a mettere in discussione l’educazione cattolica, quanto poteva essere disorientante questo approccio?
È una scrittura intelligentissima – davvero a quattro mani -, ironica e onesta, come lo sono lu ragazzu quando prendono il loro spazio senza che nessunu lo faccia paternalisticamente al posto loro.
Guardarsi dentro, vivere il pubblico
“Ne abbiamo discusso un po’, una sera che ci volevamo talmente bene da avere perfino voglia di parlare di politica”
Il sesso non riesce a essere una risposta, ma non è neanche una domanda. Semplicemente, si fa, sperando di raccapezzarsi. Rocco è un ragazzo che ci prova: ci prova con Antonia, prova a fare la rivoluzione, ci prova davvero a crescere e a partecipare. Antonia, anche lei, è una ragazza che ci prova (con Rocco, con il partito comunista, con la vita). Questo loro provarci si sviluppa e si dirama in due modi e due direzioni diverse. Tanto provare porta al raggiungimento dell’obiettivo? Lo scoprirete, se vorrete leggere il libro.
Seguiamo la loro storia di adulti in divenire: sembra che Antonia risulti più capace di guardarsi dentro, di tentare una grande e profonda onestà intellettuale verso se stessa. Rocco, invece, guidato dai compagni più grandi, con rinnovata difficoltà ma altrettanta onestà, affronta il mondo interiore che gli si profila. Sono entrambi/e meravigliosamente vitali.
Scontri generazionali, masturbazione e orgasmi clitoridei
L’edizione che ho io è del 1976, di Savelli editore. In questa edizione c’è un “dialogo a posteriori” tra Annalisa Usai (giornalista, scrittrice, fondatrice di “Noi Donne“, militante femminista) e Giaime Pintor (giornalista, uno dei fondatori de “Il Manifesto”, nipote di Giaime Pintor antifascista) che aiuta a dare una chiave di lettura più approfondita e molto interessante. La questione de “il personale è politico” viene evidenziata ancora di più nell’incontro tra il padre di Rocco e lui, così come nello scontro tra la madre di Antonia e lei.
“E mi ricordo che quando papà mi ha dato quella sberla mi hai difesa. So che mi segui come un’ombra, che cerchi di capire la mia generazione, ma se dici “la mia generazione” come se si trattasse di una malattia venerea collettiva, da diagnosticare e curare in tempo, evitando il contatto… no, non sto facendo la spiritosa.”
Ma non solo: approfondiscono anche la questione sesso “da farsi, per essere di sinistra”, la masturbazione e la scoperta del misterioso orgasmo clitorideo, che vive per il solo piacere e non per altre utilities. Un dialogo bellissimo, ricco di spunti che combaciano e aderiscono perfettamente anche alla realtà di oggi.
“Porci con le ali – diario sessuo-politico di due adolescenti”, che trovate ristampato anche nell’edizione del 2013 da Bombiani editore, è un libro che dovete leggere per svariati motivi.
Leggetelo:
- Se volete approfondire le figure protagoniste che quegli anni li hanno vissuti, come Lidia Ravera (giornalista, scrittrice, attivista), Marco Lombardi Radice (psichiatra, scrittore ed educatore), autrice e autore del libro, ma anche i e le sovracitati/e Giaime Pintor e Annalisa Usai;
- se volete scoprire che quasi nulla è cambiato: i giovani restano la categoria più preoccupante perché ogni volta diversa e non si sa mai come prenderla, come codificarla;
- se volete stuzzicare la celebre nostalgia di tempi passati (per chi non c’era), perché gli avvicendamenti politico-adolescenziali coinvolgono in una maniera così toccante che quasi vorresti aver vissuto quel momento;
- se volete sognare un’adolescenza – la vostra – dove finalmente, per una volta almeno, qualcunu vi parli, senza imbarazzi o filtri, di sesso così come avreste avuto bisogno di sentirne parlare. Costruendo, cioè, una narrazione che includesse le vostre pulsioni e i vostri desideri senza farvi sentire rottu o malatu.
Insomma, il sesso quando è raccontato dau ragazzu ha una marcia in più; una vitalità che, pur nata da paure e dubbi, si riversa prorompente davanti agli occhi con una verità devastante. Viene voglia di coltivare l’adolescente interiore, fosse solo per la caparbietà con cui non si capisce quasi nulla ma si va avanti lo stesso.
Non si può leggere questo romanzo senza meravigliarsi dell’Italia che è stata possibile.
Non si può leggerlo senza desiderare di scopare per fare la rivoluzione.
Gli uomini, naturalmente, sono dei porci. E le istituzioni umane naturalmente dei porcili, o fattorie per l’allevamento dei porci, e mattatoi per porci […]. Se i porci avessero le ali, secondo il detto inglese, potrebbe accadere “qualsiasi cosa”. Bene, forse i porci hanno delle misteriose ali invisibili, e forse noi non le vediamo perché abbiamo paura che questo “qualsiasi cosa” possa accadere”
D. Cooper, “la morte della famiglia”