Quanto mi appassiona Porno Piazza, con la vostra interazione: è bello costruire questo spazio insieme. Oggi ci facciamo un viaggio sulla superstrada dei ricordi, fatta da tutti i vostri viali e scopriamo com’è stata la vostra prima masturbazione.
[…]A me, come a molte mie amiche, avevano detto poco o niente del sesso: tutte siamo cresciute con una grande ignoranza del nostro corpo. Quindi non sorprende che la prima volta in cui abbiamo scoperto il piacere di masturbarci sia successo per puro caso.
Per me quel momento è arrivato quando ero ancora bambina. […] Cominciai a giocare con un braccialetto […] mentre con l’altra mano, grattavo un punto della vulva in cui avvertivo un pizzicore. Ben presto concentrai tutta la mia attenzione sul piacere che nasceva da quel posto che nessuno nominava e che cominciava a gonfiarsi. […]
Il Piacere, Maria Hesse
Pruriti, cuscini e bidet vs. cataloghi, programmi tv e amici
Dalle vostre risposte, tra telegram e instagram, sono emerse una moltitudine di esperienze tutte simili, se non uguali, tra di loro. Già questo è sufficiente, potremmo festeggiare e fermarci qui. Ma iniziamo:
Per quanto riguarda le persone vagina-munite, ragazze e non, il bagno è stato il regno del piacere: doccino, rubinetto del lavandino, getto d’acqua del bidet – quotatissimo, ci avete passato le ore! -; seguono gli angoli delle cose, da quello morbido del letto a quello duro della sedia di legno, sui quali strofinarsi; e poi grattarsi, rispondendo a un prurito che più che una puntura è un punto di domanda.
Per le persone pene-munite, ragazzi e non, è avvenuto qualche strofinamento, prima delle mani, ma molto più di rado. In una media di età che oscilla intorno i 7-10 anni, sono bastati cataloghi di intimo femminile, o qualche scena erotica di qualche commedia, o ancora un programma notturno non necessariamente esplicito, ma quantomeno evocativo, per accendere una miccia.
La differenza sostanziale è questa: le strade del piacere sono diramate in direzioni completamente diverse, per le une e per gli altri: alle prime tocca il puro caso, un’incidenza imprevista di tocco; ai secondi c’è una spinta precisa, altrettanto confusa ma più leggibile, fosse anche soltanto per la risposta del corpo che si manifesta con un gonfiore più estroverso.
Non significa che i ragazzi siano più smaliziati – o più propensi al sesso, come vuole lo stereotipo del Vero Maskio -. L’assenza colpevole dell’educazione sessuale pesa sul groppo di tuttu, indistintamente (prova ne è la confusione, lo spavento e la curiosità di alcuni di voi davanti all’eiaculazione); ma l’oblio cosmico intorno alla sessualità femminile è gravoso e avviluppante, nonché duraturo: nasci non sapendo cosa sia la clitoride, cresci dentro l’orgasm gap. Il ragazzo saprà, dalla società, che il piacere è un diritto che gli spetta. La ragazza: diritto? Piacere?.
Il senso di colpa: casa, scuola, chiesa
Ma tant’è, non si capisce che succede, ma quando succede vi piace e continuate. Solo che è a quel punto che iniziano i problemi. Non perché è dovuto che ci siano, è che a noi piace averne. Dalle vostre testimonianze, si evince che in famiglia non c’è dialogo riguardo sesso e masturbazione; nessunu figliu chiede e nessun genitore interviene, se non per rimproverare qualora la prole viene beccata sul fatto. Per le famiglie più cattoliche i tabù sull’ignoto diventano quelli sulla vergogna; le madri si premurano di passare il testimone del mito della verginità (che nel 2020 sappiamo non esiste) alle figlie e le raccomandano alla conservazione a lunga durata per lo spacchettamento nuziale.
I ragazzi non hanno il tempo di chiedersi cosa sia l’eiaculazione che la prima cosa che imparano è che non va sprecata, piccoli Onan colpevoli di loro stessi.
La scuola è il luogo dove lu ragazzu parlano, ma nessunu ha idee ben chiare: le ragazze apprendono che la masturbazione è “roba da maschi” e non loro e quindi smettono.
Una di voi ha scritto, su instagram «quando i miei genitori mi hanno beccata mi hanno detto “non sei più la nostra bambina». Ci rendiamo conto, in che educazione siamo cresciutu?
E oggi? Le condivisioni e uno spazio comune
La mia prima masturbazione deve essere stata intorno i 7 anni, forse di meno, dubito di più. Il mio è stato uno strano tentativo di imitazione senza logica, vedendolo fare di sfuggita a mia sorella. Senza logica, perché più di mettermi a pancia in giù come lei non sapevo cosa fare, poi il corpo ha iniziato a guidarmi, automaticamente, e ho iniziato a strofinarmi contro il letto. Ai tempi non seppi cosa fosse, gli ho dato un senso e un nome quando, al liceo, gli ormoni a palla mi hanno suggerito la stessa manovra, ma con qualcosa di più fisso in mente.
Tutto l’articolo è stato montato su grazie alla tua partecipazione, che si compie definitiva anche adesso, mentre leggi. Credo sia benefico scoprire quanto le esperienze si somiglino, nella buona e nella cattiva sorte; che siamo statu stranu nella misura in cui nessunu ci ha detto come essere altrimenti.
Oggi lu ragazzu sanno parlare più audacemente, se non proprio chiaramente, con il loro corpo. E mentre l’educazione sessuale continua ingiustificatamente a mancare nei pensieri delle istituzioni, hanno capito che è legittimo per tuttu provare piacere. Certo, accontentarsi di Google (altra testimonianza) o di Pornhub non è sufficiente, un confronto è sempre necessario. Ma la lista dei libri di quel liceo scientifico, pubblicata come post e diventato virale, è la prova che le cose sono cambiate e continuano a cambiare.