Più che “dimentica” sarebbe più opportuno scrivere “dimenticata”, dato che si tratta di questo – ma non faceva assonanza sonora. Suzanne Ballivet è stata illustratrice, disegnatrice, pittrice erotica. Oggi scopriamo qualcosa di lei.

Cenni storici
Suzanne Ballivet (1904 – 1985) è stata una illustratrice, pittrice e designer di costumi. È nata a Parigi, città nella quale ha vissuto per un breve periodo, ma la maggior parte della sua vita l’ha passata a Montpellier, nel sud della Francia, dove suo padre fotografo lavorava e dove ha frequentato il liceo. Lì, nel 1923, ha iniziato gli studi all’Accademia di Belle Arti e ha conosciuto coloro che diventeranno i suoi mariti – non contemporaneamente, il poliamore ancora non era contemplato: Camille Descossy, pittore, prima e Albert Dubout, illustratore, dopo.
Gli anni ‘30 e ‘40 sono quelli della sua carriera di illustratrice erotica. Tramite Albert Dubout, già illustratore satirico affermato, entra in contatto con Colette, Marcel Pagnol – con il quale manterrà una lunga collaborazione -, Pierre Louys; ma illustrerà anche Baudelaire, “La Venere in Pelliccia” di Sacher- Masoch e il celebre romanzo “initiation amoureuse” di anonima penna.
Varietà di tecniche e di storie
La produzione di Suzanne Ballivet, scoprendola – potendola scoprire – è ricchissima. Matite, acquerelli, litografie e ovviamente le pitture rientrano nel suo ventaglio di abilità; la sua conoscenza dell’anatomia umana non è data solo dalla sua frequentazione delle Belle Arti, ma anche dai disegni che lei faceva, per racimolare qualche soldo, alla facoltà di medicina; la sua bravura nel rendere i dettagli dei tessuti risale ai suoi lavori di design dei costumi per la compagnia teatrale dell’amico Jean Catel.
Ha illustrato per moltissimi romanzi e racconti e non è difficile nell’internet, a dire il vero, trovare pubblicazioni con le sue opere. Ebay, amazon e anche IBS vendono le edizioni, soprattutto di Marcel Pagnol, con le illustrazioni di Ballivet. Il problema è che, per scoprire qualcosa della sua vita e delle sue opere, serve recuperare ciò che è stato raccontato di lei (vedi le fonti alla fine dell’articolo).
Una donna pornografa è una donna da dimenticare
[…] In questa collezione di racconti erotici, scrivevo per divertire, sotto pressione da parte di un cliente che mi chiedeva di “lasciar perdere la poesia”. E così mi pareva che il mio stile fosse un prodotto della lettura dei lavori maschili […]. Alla fine decisi di permettere la pubblicazione dei racconti perché mostrano i primi sforzi di una donna in un mondo che è stato di esclusivo dominio maschile. […]
Prefazione di “Il Delta Di Venere”, Anais Nin, Bompiani edizioni
Suzanne Ballivet si colloca, con la sua opera, in quella bolla neutra che è “l’arte erotica” di un tempo, definita tale ai nostri giorni, ma che altro non era che esplicita pornografia e che per pudore odierno ci premuriamo di distinguere, così da poter gerarchizzare in termini di dignità.
Ciò significa principalmente due cose: a parte le pubblicazioni più celebri che sono state citate, tutto il resto è roba da collezionisti privati e “cabinets de curiosité”, quindi lavori non propriamente pensati per un pubblico (di conseguenza neanche per la stampa e dunque per una diffusione mediatica che porti alla celebrità); inoltre, come tutti i domini creativi, anche quello dell’erotismo era appannaggio maschile: i committenti sono uomini di potere che commissionano un immaginario a uomini d’arte (vi ricordate la storia di Khalil Bey e Gustave Courbet?), chi prenderebbe sul serio una donna?
Suzanne Ballivet, nonostante la carriera assolutamente prolifica, si ritrova inghiottita dalle spire della storia che racconta l’uomo per l’uomo e dimentica il resto.
Crono-erotica di Suzanne Ballivet

Il che è veramente un peccato: il suo lavoro non è affatto scontato. Per Pierre Louys ha illustrato “Les chansons de Bilitis” (i canti di Bilitis), 1943, una raccolta di poesie saffiche erotiche, per le quali il sesso tra donne è stato ritratto con altrettanta gioia, malizia e curiosità di qualunque altra scena eterosessuale.
Questa è stata la serie che ha fatto da apripista al suo lavoro erotico.

Per le pubblicazioni postume di Apollinaire, in particolare “poésies libres” (poesie libere – esplicite, in questo caso -),1948, Ballivet ha illustrato quattro tavole che aprono ai versi del poeta moderno, morto nel 1918. I vestiti sfarzosi, i culi rotondi e i cazzi eretti raccontano un immaginario molto comune tra gli altolocati: il sesso giocoso, quasi sempre rubato ad altre faccende domestiche, delle persone aristocratiche . C’è sempre un’aria di festa, ma a differenza di scene erotiche ed intime volte a “iniziare all’amore”, questo tipo di porno non solo regalava la realtà del sesso, ma anche la fantasia di passioni irruente e voyeristiche.

“Initiation amoureuse” (iniziazioni all’amore), 1950. è il ri-titolaggio di “prélude charnel” (preludio carnale) ed è probabilmente l’opera più “celebre” e sentita di Suzanne Ballivet. Nel periodo della commissione di queste tavole lei stava frequentando Albert Dubout, colui che sarebbe diventato suo marito, ed è possibile che queste scene erotiche altro non fossero che la testimonianza della loro passione ed esplorazione sessuale. Spesso le donne rappresentate sono vestite da matrimonio e le reciproche attenzioni sessuali sono sempre immerse in un’atmosfera intima e romantica.
Per vie del tutto misteriose – o non proprio del tutto – Suzanne Ballivet è scomparsa non tanto dai libri di storia – l’arte erotica non si trova nei libri di storia -, ma dalla memoria tutta. Io ho iniziato a curiosare aprendo l’enciclopedia erotica di Döpp e poi ho trovato quel poco che resta nel web, che ovviamente vi lascio a disposizione, mentre qui resto con tante domande.
Fonti:
Erotica Encyclopaedia, Hans Jürgen Döpp
https://honesterotica.com/illustrator/suzanne-ballivet
https://www.lokko.fr/2020/09/17/suzanne-ballivet-une-grande-artiste-dans-lombre-de-dubout/